Onicocriptosi (Unghia Incarnita)

L’onicocriptosi (unghia incarnita), è’ un’affezione molto comune che colpisce prevalentemente ma non esclusivamente l’unghia dell’alluce. Consiste nella penetrazione di un frammento o di tutto il margine laterale ungueale nei tessuti molli adiacenti (valli o pliche ungueali).

La prima manifestazione consiste in un dolore e in un’infiammazione (rossore ed edema) del vallo incriminato dovuta allo sfondamento della lamina ungueale nei confronti dell’epidermide e quindi si ha il contatto tra lamina e derma e tra unghia e cellule immunocompetenti circolanti. Ciò si può tradurre in una vera e propria flogosi (con fuoriuscita di pus) nei confronti dell’unghia che viene riconosciuta come un corpo estraneo. Inoltre nel momento di sfondamento dell’epidermide vi è il passaggio di microrganismi (batteri e/o funghi) nel derma e ancora una volta il richiamo di cellule della difesa immunitaria, in primo luogo i Leucociti Neutrofili. La battaglia tra cellule difensive e l’invasore (lamina e microrganismi), provoca una reazione infiammatoria violenta che dà il via alla formazione di granuloma reattivo.

Il granuloma reattivo si presenta come una crescita eccessiva di tessuto dermico al margine laterale, spesso infarcito di pus, facilmente sanguinante e dolente.

In questi casi è sconsigliato l’utilizzo di pediluvi in acqua calda, nè l’utilizzo di creme antibiotiche topiche in quanto creano macerazione e occlusione e non riescono a svolgere un’azione antibatterica poichè si tratta di una lesione aperta e pertanto in continua reinfezione, anzi spesso l’uso di tali creme produce solo resistenze.

Tra le cause più comuni dell’unghia incarnita vi sono:

  • un’errata calzatura
  • tagli scorretti della lamina ungueale, soprattutto in soggetti in età pediatrica o adolescenziale
  • iperidrosi (eccessiva sudorazione) che causa un imbibimento dei tessuti molli e di conseguenza un aumento del volume degli stessi (derma ed epidermide) che vanno ad inglobare la lamina ungueale specie sui margini laterali
  • patologie biomeccaniche dell’alluce o di altre malformazioni (alluce valgo).

Purtroppo ancora oggi, fortunatamente sempre meno, pazienti con onicocriptosi vengono trattati con l’intervento chirurgico di asportazione totale dell’unghia. Questo è un grave errore per diversi motivi:

1) il distacco della lamina comporta una recidiva o un peggioramento dell’onicocriptosi nella maggioranza dei casi e/o una grave distrofia perenne della ricrescita dell’unghia nuova

2) il post intervento è spesso doloroso e richiede medicazioni a tempi lunghi

3) esiste un rischio di infezione

4) con l’avulsione totale della lamina si ha una distrofia della falange ossea distale (c.d falange a babbuccia)

Bisogna considerare che la lamina ha funzioni fondamentali durante la deambulazione ed in mancanza di essa si ha una deformazione delle parti molli e anche dell’osso, a volte, che si ribaltano verso l’alto. Spesso si crea un ostacolo tra l’unghia che ricresce e il bordo distale rivolto verso l’alto. In questi casi bisogna ricorrere ad un intervento di correzione delle parti molli aprendo una losanga alla base della falange e facendo scorrere verso il basso la parte rialzata di falange e poi procedere con le suture.

Oggi, alle tecniche di matricectomia parziale (non risolutiva) e ai trattamenti di coagulazione per corrente diatermica, evaporazione laser, distruzione con azoto liquido (che comportano un reale rischio di danneggiare l’osso sottostante a stretto contatto con le cellule della matrice ungueale), si preferisce utilizzare il fenolo per distruggere la porzione laterale della matrice.

Il fenolo ha il vantaggio di distruggere definitivamente la porzione di matrice. Inoltre :

  1. ha proprietà antisettiche, quindi scongiura la comparsa di infezioni
  2. ha proprietà anestetiche e quindi fa si che il post-operatorio non sia doloroso
  3. ha proprietà cicatrizzanti per cui dopo 2-4 settimane dall’intervento il dito è in genere completamente guarito.

Controindicazione a questo tipo di intervento sono i disturbi circolatori gravi.

Ad ogni modo qualsiasi intervento chirurgico puo’ benissimo essere evitato attraverso interventi riabilitativi.

Infatti la vera rivoluzione è che oggi la lamina puo’ e deve essere in primo luogo riabilitata attraverso un procedimento di rieducazione dell’unghia, che quasi nell’87% dei casi scongiura un intervento cruento. Per cui un trattamento sull’unghia incarnita prevede, in primis, l’intervento del podologo e solo in secondo luogo l’intervento del chirurgo.

Le tecniche riabilitative più conosciute e svolte presso lo Studio Podologico della Dr.ssa Conte sono:

Sarà cura del professionista valutare in base al quadro clinico il trattamento più idoneo.

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